I linguisti di Padova
Napolitano, discorso
con frasi da 25 parole


PADOVA - Composto da 2218 parole, il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si inserisce fra i 15 discorsi presidenziali più lunghi, con frasi da 25 parole ciascuna, più corpose di quelle dei predecessori Scalfaro e Ciampi, sebbene, per alcuni versi, il presidente ricordi sia Ciampi che Cossiga. Lo osserva il rapporto redatto da Michele Cortelazzo, ordinario di Linguistica Italiana, e Arjuna Tuzzi, associata di Statistica sociale, del Corso di laurea in Scienze della comunicazione dell'Università di Padova, coordinatori della ricerca multidisciplinare «Messaggi dal colle. I discorsi di fine anno dei Presidenti della Repubblica Italiana (1949-2005)» di prossima pubblicazione.

Tra le parole chiave del discorso di Napolitano, rilevano, figurano «sintonia», «pazientemente», «coesione», «condiviso» (le ultime due comuni ai soli Scalfaro e Ciampi), che rappresentano bene la promozione della concordia tra le forze politiche, uno dei temi principali del discorso.

Espressione esclusiva di Napolitano è invece «coesione sociale e civile».

L'inizio del discorso unisce invece simbolicamente i due presidenti di cui Napolitano pare essere una sintesi, affermano i ricercatori, e cioè Ciampi e Cossiga. Nel rivolgersi al pubblico, Napolitano non usa l'incipit tradizionale "cari italiani", con la variante tipicamente ciampiana di "care italiane e cari italiani", ma un meno standardizzato «A voi che mi ascoltate, e a tutti gli italiani, in patria e all'estero, il più cordiale augurio di Buon Anno», simile a quello del primo discorso di Cossiga (1985) «a tutti i cittadini che mi ascoltano buona sera«

Ad aver dato in alcuni punti un carattere di colloquialità al discorso è poi il ricorso ad aneddoti, come il ricordo dell'entrata in politica, i due episodi dei racconti delle donne napoletane.

«Il Secolo XIX», mercoledì 3 gennaio 2007, p. 3