Lo studio
"Coesione" la parola-chiave di Napolitano


ROMA - È stato uno dei discorsi presidenziali più lunghi. Composto da 2.218 parole, con frasi anche di 25 ciascuna, il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato passato ai raggi X dal rapporto realizzato da Michele Cortelazzo, ordinario di Linguistica Italiana, e Arjuna Tuzzi, associata di Statistica sociale, dell'Università di Padova. Gli studiosi hanno individuato in «sintonia», «pazientemente», «coesione», «condiviso» le parole chiave e hanno notato come nel rivolgersi al pubblico, Napolitano non abbia usato l'incipit tradizionale «cari italiani», ma un meno standardizzato «A voi che mi ascoltate, e a tutti gli italiani, in patria e all'estero, il più cordiale augurio di Buon Anno». Simile per altro a quello del primo discorso di Cossiga (del 1985). Il ricorso ad aneddoti, come il ricordo dell'entrata in politica, e i due episodi dei racconti delle donne napoletane hanno dato carattere colloquiale. I ricercatori hanno giudicato minimo il richiamo allo stile di Scalfaro, che come lui aveva parlato di nonni e bambini, mentre riemergerebbero accenti «pertiniani».

«Repubblica», mercoledì 3 gennaio 2007, p. 10