Fasciosalutismo e «tranzollo»
Ecco l'italiano del nuovo anno
Il caso del sito di Michele Cortelazzo, così cambia la lingua


Il 2007 sarà un anno di salute per la lingua italiana? Di salute probabilmente sì, meno – a quanto pare – di crescita e di innovazione. Stando a chi se ne intende di neologismi (cioè di «parole nuove»), e in particolare di quelli del linguaggio giovanile - da sempre è la fucina della vitalità e dell’inventività linguistica - la creazione di nuove parole è in fase di stanca. I giovani d'oggi sono meno fantasiosi dei loro coetanei degli anni Ottanta e Novanta? In un certo senso, forse, è proprio così. Michele Cortelazzo, linguista dell’Università di Padova, non è un veggente ma uno studioso, e agli oroscopi preferisce perciò le caute previsioni e le spiegazioni equilibrate: «Stando ai dati che raccogliamo sul linguaggio giovanile, pare che ci troviamo in una fase se non discendente, certo più statica rispetto ad alcuni anni fa. Più che a coniare parole nuove, i giovani tendono a riutilizzare quelle “inventate” in passato; ma si tratta di un fenomeno normale in un campo come quello dell’innovazione linguistica, che è simile a un fiume carsico caratterizzato da piene improvvise e sotterranee scomparse. In altre parole, da periodi di invenzione alternati a fasi di consolidamento».

Dopo tutto, i giovani del 2007 non sono diversi, in questo, dai “grandi vecchi” della politica contemporanea. In un’Italia le cui istituzioni sono rette da tremanti spalle di settantenni (e ultra), l’occhio clinico del lessicologo Cortelazzo si astiene da valutazioni politiche, ma scorge i segni di un certo torpore linguistico: «nel campo dei neologismi politici, che di norma è uno dei più attivi, siamo entrati in una fase di riflusso: forse perché la politica stessa è stanca, non ha più quella vitalità che l’ha caratterizzata alcuni anni fa; e non offre molti spunti alla creazione di parole nuove». Tuttavia, se proprio il tramonto del 2006 è stato segnato da felici coniazioni come il fasciosalutismo rimproverato da Giuliano Ferrara al governo di Zapatero, integralista anche in fatto di diete, durante l’anno appena trascorso non sono mancati altri guizzi interessanti.

Si è trattato, per lo più, di novità effimere: così, a soli pochi mesi di distanza dalla loro comparsa, chi si ricorda più il significato di termini ed espressioni del gergo politico, come Franceschi tiratori (i parlamentari che durante l’elezione del Presidente del Senato votarono per Francesco, anziché Franco Marini), della cronaca «leggera», come trombamico (termine reso celebre, nella primavera 2006, da un gruppo di fortunate bloggers padovane), o di quella più drammatica, come pizzini (i foglietti contenenti le disposizioni del boss Provenzano)? E anche nel campo del linguaggio giovanile, le novità non mancano del tutto. Così, potremmo sfidare qualuque lettore over-25 a spiegare il significato di frasi come «Stai tranzollo che sennò arrivano i chebi», oppure «ho imbiavato come un matto: prima sono andato in tega e poi ho tassato di brutto» (tranzollo vale «tranquillo», chebi «carabinieri», imbiavare «bere», essere in tega «essere alticcio», tassare «vomitare»).

Tra i pochi a poter decifrare simili espressioni c’è appunto Cortelazzo, che dirige il progetto Linguagiovani: un monitoraggio continuo del gergo giovanile italiano per il quale lo studioso ha raccolto intorno a sé una squadra di informatori operanti in tutto il Paese. E ha creato un sito web (www.linguagiovani.it) dotato di un dizionario interattivo nel quale qualsiasi internauta può segnalare termini ed espressioni gergali di cui è a conoscenza. Come quelli delle frasi sopra citate. Saranno queste parole i cavalli di battaglia del gergo giovanile del nuovo anno? Forse sì. Anche se più probabilmente i nuovi teen agers spacceranno come farina del loro sacco quelli che sono in realtà termini usati già dai loro nonni: tra i visitatori del sito c’è chi è convinto che cartone «pugno», limonare «baciare» e addirittura l’intramontabile mona siano preziose perle per i linguisti. Anziché relitti degni, come avrebbero detto i giovani di un tempo, di perfetti matusa.

Lorenzo Tomasin

«Corriere del Veneto», martedì 2 gennaio 2007, p. 12