Il linguista Michele Cortellazzo
"Con gli sms la rivincita della scrittura"

ROMA - «Anni fa se pensava che la comunicazione orale avrebbe messo ai margini la scrittura. Poi i fax, le e-mail e gli sms l'hanno riportata in auge. Gli mms, da quello che si può intuire, potrebbero significare l'ascesa di una nuova fase non verbale, ma è presto per far previsioni». Il professor Michele Cortelazzo insegna linguistica italiana all'università di Padova e, specializzato sul linguaggio giovanile, ha seguito sin dagli inizi le caratteristiche linguistiche degli sms. Apprezzandole.

«Alla base di tutto - spiega il docente, parlando della tecnologia attuale - c'era il letto di procuste dei 160 caratteri che obbligava a fare appello a tutte le risorse di sintesi».

Una concisione che non significa, però, povertà. «Molti lo hanno detto un po' troppo precipitosamente - argomenta Cortelazzo - ma mi sembra una gran balla. Un po' di tempo fa, tra l'altro, uno studio commissionato all'agenzia di Renato Mannheimer aveva certificato una forte correlazione tra chi scrive sms e chi scrive in genere. La categoria preoccupante è quella dei ragazzi che non scrivono affatto, non quella di chi scrive in maniera differenziata».

Anzi, proprio nel tentativo di «forzare i limiti strutturali dei 160 caratteri uno deve spremersi il cervello per trasferire nello scritto le caratteristiche dell'oralità, con forme brevi ma sensate. Alla fine, quindi, si assiste a un arricchimento delle capacità di espressione». Che riguarda i giovani, ma non solo. «Il linguaggio giovanile - insiste Cortelazzo - trova nell'sms il terreno migliore per funzionalizzare una delle sue principali caratteristiche, che è l'abbreviazione (come quando si scrive "3mendo" invece di 'tremendo')».

Una tendenza ad accorciare le parole nient'affatto nuova, a guardare bene: «Queste forme brachilogiche, di abbreviazioni varie, c'erano già nei copisti medievali. Il vincolo, anche allora, era nella lunghezza dei testi e velocità con cui andavano composti, al quale gli amanuensi ribattevano adoperando varie formule abbreviate». Come sanno tutti gli studenti che prendono appunti a scuola e gli amanti adulti che si inviano messaggini compromettenti, in tutta fretta, per sfuggire agli sguardi indiscreti.

(r.s.)

«Repubblica», lunedì 3 giugno 2002, p. 25