Scaccomatto
Refuso non mente


Le Edizioni La Vita Felice pubblicano un libretto intitolato Il corruttore di bozze, autore Jean Charles d'Avec Sonneils, probabile pseudonimo di Giancarlo Consonni (pagg. 95, lire 20mila). È un'ennesima raccolta di barzellette paretimologiche mascherate da errori di stampa. Impossibile leggerne più di due o tre di fila. Gli unici meccanismi che si possono citare, avendone il coraggio, sono il cambio di vocale corrEttore/corrUttore nel titolo e il cambio di doppia consonante corteCCiare nell'illustrazione di copertina («corteGGiare qualcuno incidendo un cuore nella corteccia»).

Merita invece di essere segnalata la prefazione di Michele A. Cortelazzo, professore di Grammatica italiana all'Università di Padova, che ricorda di aver visto, in bozze di testi accademici, gli animali della Scuola Normale di Pisa e la maestrina erotica dei poeti provenzali, e di aver esitato, prima di correggere annali e maestria: «i refusi veri ci aprono sprazzi su mondi possibili spesso più divertenti, o più sinceri e veritieri, di quello reale». Diceva con altro stile Giorgio Manganelli: «non correggete i refusi, vi prego, vi prego veramente. Lasciate quegli insetti malinconici e venuti non si sa donde, lasciateli con le loro elitre stonate, allusive a una musica che non conosciamo». Antonio Baldini ricordava di aver letto i sonetti del Foscolo in un'edizione da quattro soldi che diceva «le tue lAmpide nubi e le tue fronde». Gli sembrava bellissimo, lAmpide. Quando seppe che si deve leggere lImpide ci restò male. Forse quell'edizione del Foscolo veniva da Milano: in milanese "limpido" si dice lamped come "timballo" si dice tambel.

Giampaolo Dossena

«Il Sole-24 Ore», domenica 10 settembre 2000, p. 45