Sorpresa: il sindaco parla chiaro

PADOVA. Da "soggetti utenti" a cittadini. Da "responsabili di nuclei familiari" a genitori, da "prole" a bambini. Gli abitanti di Padova stanno per assistere a una rivoluzione: da ora in poi il linguaggio di avvisi pubblici e documenti sarà più simile a quello usato tutti i giorni. L'idea è venuta al sindaco, Flavio Zanonato (nella foto), che tempo fa ha ricevuto una lettera di protesta da Michele Cortelazzo, docente di grammatica italiana all'Università cittadina. «Ero arrabbiato perchè avevo trovato sulla porta di un ufficio comunale un cartello incomprensibile» racconta Cortelazzo. «Diceva: "Chiuso per motivi contingibili". Espressione davvero assurda. Qualche giorno dopo sono stato convocato in Municipio. E con mia sorpresa, il sindaco mi ha chiesto di organizzare un corso per i 270 funzionari comunali. Il fine: insegnare loro a usare un italiano più colloquiale. Così in questi giorni i cittadini di Padova possono leggere i primi tre manifesti usciti in versione semplificata, tra cui quello che indica in che modo pagare l'Ici, l'Imposta comunale sugli immobili, pardon sulle case». L'esperimento di Padova non è una bizzarria fine a se stessa. Secondo una ricerca realizzata dalla Presidenza del Consiglio, più del 50 per cento di noi ha serie difficoltà a capire il contenuto di avvisi, bandi di concorso e gazzette ufficiali. Ma perchè il linguaggio usato dalla burocrazia è così complicato? «Perchè spesso i funzionari pubblici badano più alla correttezza giuridica delle informazioni date al pubblico che alla loro comprensibilità» continua Cortelazzo. «Così utilizzano parole antiquate. Come cogente per dire obbligatorio, istanza invece di domanda, reversale per parlare di ricevuta. Termini che da oggi a Padova non esistono più».

Luigi Casillo

«Donna Moderna», 19 maggio 1999, p. 39.