Cerchiobottista
Praticone politico


APPARSO per la prima volta sulle pagine di "Repubblica" il 2 marzo 1996, il termine "cerchiobottismo" sta a indicare il "pensiero equidistante", cioè la tendenza a dare un colpo al cerchio e uno alla botte: è l'atteggiamento di chi non prende posizione fra due contendenti, per dare ragione un po' all'uno e un po' all'altro. Il cerchiobottismo non ha nulla a che vedere con l'obiettività. Piuttosto, è la sua degenerazione più o meno opportunistica e strumentale.

È vero che un corretto esercizio della critica presuppone autonomia e indipendenza di giudizio, tenendo conto dei "pro" e dei "contro", delle ragioni dell'uno e dell'altro. Ma alla fine si tratta però di esprimere un'opinione in modo chiaro ed esplicito, senza dissimularla dietro una falsa neutralità o un'imparzialità di maniera.

Già registrato dagli "Annali del lessico contemporaneo italiano", una pubblicazione scientifica che fa capo all'Anagrafe delle nuove parole costituita dal professor Michele Cortellazzo presso l'Università di Padova, il neologismo definisce "chi cerca di destreggiarsi tra posizioni opposte senza prendere nettamente partito per l'una o per l'altra". Secondo il "Grande dizionario della lingua italiana" di Salvatore Battaglia, nel comportamento del cerchiobottista "si riconosce soprattutto il praticone politico che sa dare il colpo al cerchio e alla botte".

«Repubblica», domenica 12 luglio 1998, p. 3