CIAO AMPLIFON, PARLA IL TUO ROCCIA

«Heilą. roccia. Vamos? Ho una tizia sottomano davvero slurp. Uè, ma ci senti o sei amplifon?». Breve conversazione registrata a un angolo di piazza qualunque. tra due teenager qualsiasi. Lingua prescelta: slang metropolitano. Un mix di parole prese a prestito dal mondo della produzione (Osram per dire abbronzato, Amplifon per sordo), ispanismi (vamos, nada), espressioni ricavate dai fumetti (gnam, sgrunt, slurp) che formano il dizionario dei giovanissimi d'oggi. Parole come tessere di un club esibite per riconoscere gli appartenenti allo stesso clan. Parole in fuga: il tam tam dell'uso segue le stagioni della televisione e i tic verbali del personaggio del momento. Difficile farne una mappa: la "lingua dei giovani" è un'astrazione. E ogni gruppo ha la sua. È quanto sostiene Michele Cortelazzo, docente di lingua italiana alla Scuola di interpreti e traduttori di Trieste. I suoi allievi hanno radiografato il gergo usato da un campione di 1.200 giovani dai 14 ai 18 anni, da Treviso a Marsala. Risultato? «Molte differenze, poche parole universali. Tanti usi particolari, legati ad aree geografiche precise». Altro che unito: questo strano Paese, sembra linguisticamente frammentato.

«Donna Moderna», 16 febbraio 1995, p. 29.