«I vostri sms alla scienza»
Una banca-dati europea con partecipazione del Bo


Una grande banca-dati europea degli sms: per poterli studiare in particolare dal punto di vista linguistico, ma anche per elaborare indicazioni che siano utili alle analisi di psicologi e sociologi. E’ il progetto internazionale, denominato «Sms science», cui è stata chiamata a collaborare l’Università di Padova con il suo Dipartimento di Romanistica. L’idea è nata alla Cattolica di Lovanio in Belgio, che l’ha lanciata, trovando immediata accoglienza in altri 8 atenei (i francesi di Rennes, Montpellier, Poitiers, Grenoble e Réunion, l’inglese di Birmingham, lo spagnolo di Barcellona, il greco di Salonicco). Decimo si aggiunge ora il Bo, con responsabile il professor Michele Cortelazzo, docente di linguistica italiana al corso di laurea in Scienze della Comunicazione. «Il proposito», spiega, «è di costituire e quindi studiare un adeguato corpus internazionale degli sms, iniziando con il raccoglierli in numero significativo (la piccola Lovanio ne ha già archiviati oltre 70 mila). Cosa che anche noi cominceremo a fare presto, dopo aver preso i necessari contatti con partner sponsor dell’iniziativa, in primis naturalmente i gestori della telefonia, per concordare le modalità dell’operazione. Quindi inviteremo tutti gli interessati, senza preclusioni e senza porre condizioni sui contenuti, a inviarci liberamente i loro sms (con garanzia di privacy), ovviamente all’indirizzo che comunicheremo».

«Gli sms», prosegue Cortelazzo, «si mandano in tutto il mondo da 15 anni, e la loro struttura originaria si è mantenuta con la limitazione a 160 caratteri, anche se adesso c’è l’opportunità di “concatenarli” in modo da poter scrivere di più. A noi linguisti, che in realtà li studiamo da sempre, interessano sostanzialmente per quattro motivi. Intanto, gli sms hanno súbito rappresentato una tappa della “rivincita” della scrittura, ovunque in crisi da tempo: una scrittura con le sue specificità, come del resto quella tramite le chat-line, ma comunque consistente in una comunicazione che lascia segni di sé. Secondo motivo, il carattere fortemente “parlato” dello scrivere e ricevere sms. Terzo, appunto l’obbligo di essere sintetici, anche su argomenti non banali e pure importanti. Quarto, lo sviluppo di tecniche di abbreviazione di parole e frasi (i classici “x” al posto di “per”, o “tvb” per “ti voglio bene”): necessità indotta sia dall’opportunità di “aggirare” la limitazione dei 160 caratteri, sia dal proposito di economizzare la fatica nella digitazione con il cellulare. Una scrittura, quella degli sms, sintetizzabile nell’immagine del “parlar spedito” che dà il titolo al libro di Elena Pistolesi per l’editrice padovana Esedra».

«L’idea della grande banca-dati europea degli sms», continua Cortelazzo, «è venuta ai linguisti perché finora tutti gli studi in materia erano basati su corpora di dimensioni modeste (diversamente, ad esempio, dagli epistolari o addirittura dai testi delle telefonate, che possono essere pubblicati). Per noi un forte motivo di interesse è costituito, da una parte, dal fatto gli sms si svolgono con meccanismi paralleli in tutte le lingue; dall’altra, proprio la diversità delle lingue offre opportunità di stimolanti confronti e comparazioni tra le culture. Consideriamo poi che 15 anni, in questi nostri tempi tumultuosi, rappresentano un periodo piuttosto lungo per analizzare i mutamenti avvenuti, non solo nei linguaggi ma nei costumi e pure nei comportamenti politici (ricordate lo scalpore e le polemiche suscitate dal messaggio elettorale lanciato da Silvio Berlusconi ai non ancora tantissimi italiani allora dotati di telefonino?)».

«A occuparsi di sms non solo per impressioni e per sentito dire», rileva Cortelazzo, «si fanno molte scoperte, spesso sorprendenti, e interessanti anche per psicologi e sociologi. Ad esempio, che l’utilizzo degli sms è diffusissimo fra gli adulti - altro che “sms modo generazionale di comunicare fra i ragazzini” -, i quali li praticano in forme molto ampie e differenziate. Appassionate e sofisticate cultrici degli sms sono le donne, che anche in questo caso si rivelano migliori rispetto agli uomini, sia nella precisione e diligenza che nella creatività. In definitiva, invitiamo tutti a mandarci, quando ne daremo informazione anche con un lancio pubblico della campagna, i propri sms: in scioltezza, senza ricercare l’originalità, inviandoci messaggini “comuni” e perciò significativi. Lo slogan è già pronto: regalate i vostri sms alla scienza».

Paolo Vigato

«Mattino di Padova», giovedì 25 settembre 2008, p. 23