La curiosità Michele Cortelazzo, docente di Linguistica al Bo e presidente di seggio da anni, ha riscritto il manuale per le operazioni elettorali
Dal burocratese all'italiano, un prof soccorre gli scrutatori


PADOVA - E' dal 1981 che Michele Cortelazzo fa il presidente di seggio. Anzi, per dirla come dice la legge «il presidente dell'ufficio elettorale di sezione». Alle ultime comunali, nel 2004, salvò letteralmente la consultazione accorgendosi, poche ore prima dell'apertura dei seggi, di un errore sulle schede.

Ma è solo l'ultima avventura di ben 32 tornate elettorali: otto legislative, cinque europee, cinque amministrative, dieci referendum abrogativi, due costituzionali, uno di indirizzo e uno cittadino. Tutte con la loro storia e con leggi elettorali spesso diverse tra loro. Solo una cosa, solo una, è rimasta identica: il famigerato manuale «Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione». Il manuale per gli scrutatori insomma. Se già dal titolo non si capisce, è evidente che un problemino deve esserci. Ed è così che Cortelazzo, il professor Cortelazzo, docente di Linguistica alla Facoltà di lettere al Bo, nemico giurato del burocratese, si è messo a riscriverlo. Ed ha pure dovuto fare in fretta. Aveva appena iniziato a lavorarci quando il governo Prodi è caduto. «In due mesi abbiamo dovuto chiudere un lavoro che richiedeva ben più tempo - racconta-. Ne è nata una sorta di traduzione in italiano corrente; non è certo perfetta, perché il manuale andrebbe riscritto e riorganizzato in tutte le sue parti, ma è un buon punto di partenza». Edito da Cleup, scritto con Matteo Viale e Chiara Di Benedetto, «Omaggio al ministero dell'Interno. Le Istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione« è uscito ieri nelle librerie. Lunedì verrà recapitato al ministro dell'Interno Giuliano Amato.

«La nostra vuole essere una provocazione - spiega Cortelazzo -. Questo lavoro, nato dagli esercizi degli studenti della laurea specialistica in Scienza della Comunicazione dimostra come sia possibile semplificare il linguaggio burocratico-legislativo. Si eviterebbero moltissimi degli errori compiuti in buona fede dagli scrutatori». Meno parole insomma uguale meno errori. E anche meno spese: a forza di tagliare e semplificare, questa «traduzione» porta il manuale da 237mila caratteri a 161mila caratteri. «Non solo si ottiene un testo più leggibile, ma si risparmia anche sulla stampa». Il manuale originale è un'accozzaglia di termini burocratici, desueti e arcaici che non usa più nessuno: suggellare, dissuggellare, rissuggellare, surrogare, stampigliata, a tal uopo, denunzia, ivi, onde. Ed è pure «sessista»: «La sala deve avere una sola porta di ingresso, salvo il caso in cui sia stato possibile assicurare un accesso separato per le donne», recita l'originale. Purtroppo, la norma è in effetti ancora prevista dalla legge. Ma scrivere «ingressi separati per uomini e donne» riequilibria almeno dal punto di vista linguistico il concetto. E non mancano nemmeno le punte di involontaria comicità quando si invoca «la sagacia del presidente» per «frustrare ogni eventuale tentativo di sollevare, senza fondato motivo, incidenti o contestazioni...». Mica colpa sua: nel 1948, giurano gli esperti, il manuale era di una nitidezza esemplare. Poi, con gli anni, legge elettorale dopo legge elettorale, nessuno si è mai preso la briga di riscriverlo. Gli hanno solo aggiunto un pezzo qua e tolto uno di là. Nell'attesa che il Ministero ci metta mano, se il 13 aprile siete impegnati come scrutatori, meglio dare un'occhiata alla «traduzione».

Luca Barbieri

«Corriere del Veneto», sabato 5 aprile 2008, p. 2