L'OPINIONE DELL'ESPERTO
Il linguaggio non riesce a tenere il passo del cambiamento

Look all'avanguardia, tecnologia incalante. Tutto così in rapida evoluzione che il linguaggio... non sempre tiene il passo. «Il cambiamento di abitudini dei giovani d'oggi è così veloce da non influenzare in modo evidente la loro lingua», dice Michele Cortelazzo, professore di grammatica italiana alla facoltà di lettere di Padova, coordinatore del centro di documentazione del linguaggio giovanile con indirizzo telematico. Ecco che per «bigiare la scuola», i giovani continuano a dire «bruciare» o, più alla veneziana, «fare manca». Anzi; invece che usare linguaggi futuristici, - solo raramente si dice «bite» per indicare qualcosa di veloce, o «mela quit» per dire «vattene» - risulta che il computer venga chiamato «macinino», quasi per sminuirne l'efficacia.

Degli zaini e diari, il professore ne sottolinea l'importanza come «nuovi supporti di scrittura spontanea», preferiti di gran lunga alle supersfruttate pareti dei gabinetti. Inoltre, il diario, oggi, è usato da più persone: quindi, da elemento individuale e supersegreto di un tempo è diventato strumento socializzante, soprattutto tra le ragazze, che lo usano in gruppetti per comunicare. Permane diffuso il tasso di espressioni dialettali, anche se spesso i ragazzi non si rendono conto di usare parole che in realtà derivano dal dialetto. Un esempio: «sidio», aggettivo che indica persona molto insistente. Poi è tipica la tendenza ad enfatizzare attraverso prefissi.

Capita di sentir definire un argomento non semplicemente noioso o ostico, ma «mega iper-cazzuto». Tutti coloro, tra i giovanissimi, che già con Internet ci «vanno a nozze», possono curiosare le espressioni tipiche tra i giovani, e comunicare le loro, al sito www.maldura.unipd.it/Giov.

«Il Gazzettino», Edizione di Padova, domenica 21 settembre 1997, p. III