Cronache linguistiche
Uno studio sul fenomeno sms


Nel "Plurilingua" del 26 settembre 2008, Maurizio Dardano, in un articolo dedicato al modo poco serio con cui spesso i giornali si occupano di problemi linguistici, tratta del fascino che gli sms e la loro lingua suscitano nei giornalisti. Rispetto all'idea che la lingua degli sms sia l'italiano del futuro o qualcosa di nuovo, Dardano commenta: "Ma vogliamo scherzare? Da quando sono nati i telefonini continuiamo a stupirci o a fingere di stupirci sul k6=chi sei, sul cmq=comunque, sullo sxo=spero; collezioniamo varianti: tvb=ti voglio bene, ma anche tvtb, tvtt, tvbtt, tvttb. Ma mi faccia il piacere …". Sono perfettamente d'accordo con Dardano. Ma non se intende respingere l'idea che la lingua degli sms possa essere un serio oggetto di studio. Sono d'accordo con lui se intende che sui giornali a proposito della lingua degli sms si ripetono le stesse, ormai superficiali, cose da dieci anni a questa parte. Da quando, cioè, il fenomeno della scrittura attraverso il telefono, che pare aver avuto origine una quindicina d'anni fa, è diventato fenomeno di massa, soprattutto giovanile. Però, proprio perché è un fenomeno di massa, sulla lingua degli sms si dovrebbe poter sapere qualcosa di più del semplice e banale fatto che, per risparmiare spazio (ma anche tempo di digitazione e costo di invio), si sono codificate forme di scrittura abbreviata, condivise da quanti si scambiano sms.

Sono varie le cose da scoprire: come si ottiene la sintesi alla quale ci obbliga lo spazio ridotto di un sms? La scrittura degli sms è una scrittura ripetitiva e stereotipa o permette freschezza e creatività? Il lessico è un lessico variato o monotono? Ci sono costanti nello scambio simildialogico degli sms? E soprattutto, il fatto che ormai tutti usiamo gli sms, consente di riconoscere diversi stili d'uso (per es. legati all'età degli scriventi) o lo strumento condiziona e omologa tutti gli utilizzatori?

Nessuno ha risposte a queste sensate domande. Non le ha perché c'è un solo modo per dare delle risposte: analizzare un corpus ampio di sms, scritti da autori diversi per età, istruzione, provenienza geografica e sociale. Non è certo facile raccogliere un simile corpus, ma un nutrito gruppo di università europee, guidate dall'Università cattolica di Lovanio, ci sta provando. In Belgio, l'Università di Lovanio ha lanciato nel 2004 l'iniziativa "Faites don de vos SMS à la science", chiedendo agli utilizzatori di sms di mandare una copia dei loro messaggi ai ricercatori. Nel giro di 2 mesi sono stati raccolti più di 75.000 sms, spediti da 3200 persone diverse; di queste 2775, tra i 12 e i 73 anni di età, hanno accettato di rispondere a un'indagine sociolinguistica. Ora il corpus è a disposizione degli studiosi.

Da questa esperienza è nato il progetto "Sms4science" (www.sms4science.org) che intende allargare a tutti i paesi europei la ricerca: per la Svizzera è impegnata l'Università di Zurigo, per l'italiano si sta unendo al progetto quella di Padova.

Si tratta di una ricerca rara nel suo genere, nonostante tutto il parlare che si fa di internazionalizzazione: 11 università di 6 paesi diversi (ma la rete si sta allargando) porteranno avanti parallelamente lo stesso progetto di ricerca su un tipo di testo sempre più diffuso nel mondo di oggi.

Ai temi enunciati sopra, si potrà aggiungere l'individuazione dei tratti comuni a tutte le lingue, (tratti imputabili, quindi, al genere testuale e alla tecnologia che lo supporta) e dei tratti distintivi che caratterizzano le singole lingue (attribuibili, quindi, alla cultura e alle consuetudini comunicative dei diversi paesi). Informeremo i lettori del "Corriere del Ticino" degli sviluppi di questa ricerca, che si rivela di particolare interesse per un paese plurilingue quale è la Svizzera; ma anche la stampa italiana ne verrà informata. Se poi continuerà a far finta di stupirsi per i soliti "c 6? tvb", allora sarà imperdonabile. Ma al momento attuale, ha alternative rispetto al richiamarsi sempre alle stesse cose?

Michele A. Cortelazzo

«Corriere del Ticino», martedì 28 ottobre 2008, p. 28