Cronache linguistiche
Inaffidabili sondaggi in rete sulla lingua italiana


Ai primi di agosto un telegiornale di prima serata ha annunciato che gli Italiani vorrebbero reintegrare nell'uso della nostra lingua parole ormai disusate come "desueto", "sovente", "eziandio", "perbacco", "plenitudine". Il dato si ricavava da un sondaggio della Società Dante Alighieri rivolto a utenti italiani e stranieri sul sito www.ladante.it.

Pur conoscendo l'inattendibilità scientifica dei cosiddetti sondaggi che pullulano in rete, non basati su alcun tipo di campionamento, la notizia pareva comunque indicare un interessante risveglio di attenzione verso la nostra lingua. un risveglio magari passatista, ma che andava preso come testimonianza di interesse e di amore per la nostra lingua.

Per cercare di elaborare qualche considerazione sul valore e sul significato da dare a questa indicazione ho visitato il sito della Dante. E ho scoperto che è vero che "desueto" ha ottenuto il 15,5% delle preferenze, "sovente" il 10%, ecc. Ma su un totale di 70 rispondenti. Cioè quasi nessuno. Insomma si tratta di un non-dato, di una non-notizia, che solo un telegiornale estivo, del tutto povero di notizie, poteva riprendere.

La visita al sito della Dante non è stata, però, infruttuosa. Ho scoperto, infatti, che se alla domanda sulle parole desuete hanno risposto solo in 71, al sondaggio riguardante l'attore che meglio rappresenta lo spirito degli Italiani hanno partecipato 1439 persone, a quella sulle opere letterarie più significative per la nostra identità nazionale 1384, a quella sui personaggi che rappresentano meglio il nostro immaginario letterario, 1187, a quella sullo scrittore italiano che ci rappresenta meglio nel panorama letterario internazionale, 1021. Il numero di rispondenti alla domanda "quale parola italiana preferisci" è invece ben inferiore: 609 (per soddisfare la vostra eventuale curiosità, aggiungo che le prime cinque posizioni sono occupate da "amore" 13,5%, "incanto" 7 %, "ciao" 4,5%, "mamma" e "libertà" 2%). Insomma, anche se con valori ben diversi, le domande che riguardano le parole hanno una "presa" sul pubblico molto inferiore a quelle sulla cultura e la letteratura.

Tutto ciò significa che l'interesse per la lingua è molto basso anche nei frequentatori del sito di una società nata per "tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo"? Questa conclusione è clamorosamente smentita da altri fatti. Ad esempio dal successo di vendite del libro di Beppe Severgnini, "L'italiano. Lezioni semiserie", Rizzoli: ben promosso dall'editore, e mirabilmente auto-promosso dall'autore, è al secondo posto nelle vendite dei libri italiani. Ma soprattutto, in due Festival tradizionalmente dedicati alla Letteratura ha incominciato ad avere spazio anche la lingua. A Mantova, al FestivalLetteratura, si sono tenute due serie di appuntamenti, uno "La Crusca per voi. Sportello di pronto soccorso grammaticale" animato da Francesco Sabatini, Luca Serianni, Giuseppe Antonelli, Giulio Lepschy e un altro "La grammatica dei mestieri. Pregi, difetti e rarità delle lingue specialistiche e settoriali", con la partecipazione di Riccardo Gualdo, ugo Vignuzzi, oltre che di Antonelli e Serianni (in un incontro su "Come parlare, come scrivere, come leggere" si sono confrontati, poi, Gian Luigi Beccaria, Beppe Severgnini). A Pordenonelegge, invece, Enzo Golino ha organizzato e animato una serie di incontri sul tema "Che lingua fa. Bollettino meteorologico della lingua italiana" (non c'è stato il coraggio di imitare fino in fondo Fazio e intitolare "Che lingua che fa"!), con la partecipazione di Fernando Bandini, Michele A. Cortelazzo, Valeria Della Valle, Lorenzo Enriques, Luca Terzolo, Giuseppe Antonelli, Pulsatilla, Luca Serianni, Amara Lakhous, Filippo La Porta, Daniel Samba, Franco Brevini, Tullio Telmon, Franco Loi ed Edoardo Sanguineti.

Alla fine, dunque, nel bilancio estivo dell'interesse del pubblico per la lingua, le poste positive sembrano davvero prevalere sulle negative.

Michele A. Cortelazzo

«Corriere del Ticino», martedì 25 settembre 2007, p. 36