Cronache linguistiche
L'interlocutoria situazione sociolinguistica italiana


Da un paio di decenni l'ISTAT, l'istituto italiano di statistica, testa ogni quinquennio le dichiarazioni di un campione rappresentativo di italiani sull'uso delle lingue (dialetto, italiano e, ora, anche conoscenza delle lingue straniere). Lo fa all'interno delle cosiddette indagini Multiscopo, che rilevano i comportamenti e gli aspetti più importanti della vita quotidiana delle famiglie.

Nel 2006 sono state intervistate 24mila famiglie per un totale di circa 54mila persone. I risultati sono disponibili in rete, all'indirizzo, lunghissimo, http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070420_00/testointegrale.pdf.

Alcuni risultati sono quasi ovvi: dal 2000 a oggi è continuamente aumentato l'uso esclusivo dell'italiano in famiglia (si è passati dal 41,5% del 1987/88 al 45,5% del 2006), con gli amici (dal 44,6% al 48,9%), con gli estranei (dal 64,1% al 72,8% nel 2006). Di converso è diminuito l'uso esclusivo del dialetto, e in misura ben più significativa (in famiglia dal 32% del 1987/8 al 16% del 2006, con gli amici dal 26,6% al 13,2%, con gli estranei dal 13,9% al 5,4%). L'andamento difforme tra uso esclusivo del dialetto e uso esclusivo dell'italiano si spiega con l'aumento dell'uso alternato di italiano e dialetto. Come era facile da prevedere, poi, l'uso dei due idiomi è associabile all'età (con l'aumento dell'età l'uso dell'italiano decresce, quello del dialetto aumenta), al genere (le donne più degli uomini usano l'italiano in tutti i contesti comunicativi), alla scolarizzazione e alle condizioni sociali (maggiori sono i livelli di istruzione e la collocazione sociale e maggiore è l'uso dell'italiano a discapito del dialetto).

Viene anche confermata la distribuzione geografica: l'attaccamento al dialetto è più forte in Calabria, Sicilia, Basilicata, Marche, Umbria, Veneto e provincia di Trento. È proprio in queste due regioni che si nota la maggior vitalità del dialetto: in famiglia ben l'38,5% degli intervistati a Trento e il 38,9% nel Veneto parlano sempre dialetto; e, rispettivamente con il 64,1% e il 69,9%, sono queste le due uniche zone nelle quali prevale l'uso, seppure non esclusivo, del dialetto in famiglia.

Interessante, infine, vedere quali sono i domini nei quali è aumentato di più l'uso dell'italiano: le conversazioni con gli estranei (con una forbice di 8,7 punti percentuali tra il 1987/88 e il 2006), dialoghi con gli amici (4,3%) e infine colloqui in famiglia (4%). Ma se vediamo i dati degli ultimi cinque anni, sono le conversazioni con gli amici a mostrare il maggior tasso di aumento dell'uso dell'italiano. Questi risultati ci indicano più degli altri che l'italianizzazione è in veloce diffusione, e omogeneizzazione; i settori nei quali l'italianizzazione è partita prima ora procedono con maggiore lentezza, gli altri settori (ora le conversazioni tra amici, un domani, probabilmente, quelle in famiglia) tentano di raggiungerli. Il processo in corso è destinato, in sostanza, ad avvicinare tra di loro tutti i dati sull'uso dell'italiano nelle diverse situazioni.

La rilevazione ha dei limiti, probabilmente insuperabili (si basa sull'autovalutazione linguistica degli intervistati e non sull'uso oggettivo; indagano su una realtà complessa che, per es., dietro l'uso alternato di italiano e dialetto nasconde modalità diversissime: bilinguismo, uso alternato dei due idiomi nella stessa frase, passaggio da un codice all'altro durante una stessa conversazione). Comunque, l'impressione che si ricava dai dati è che la situazione sociolinguistica dell'Italia sia ancora molto interlocutoria e possa essere commentata in modi molto diversi, come del resto hanno fatto i giornali: dall'affermazione che l'italiano si diffonde sempre più a quella che il dialetto piace ancora agli italiani. Pareri apparentemente contraddittori, ma che in realtà dipingono entrambi bene la realtà. A cambiare non sono i fatti, ma solo la prospettiva dalla quale li guardiamo.

Michele A. Cortelazzo

«Corriere del Ticino», lunedì 18 giugno 2007, p. 30