Cronache linguistiche
Strategie di prevenzione, lingua e comunicazione


La diffusione dell'AIDS ha posto una sfida, non ancora vinta, alle capacità di ricerca degli studiosi di scienze biomediche, ma ha posto anche una sfida, minore, forse più facile, ma non del tutto pacifica, alle nostre capacità di comunicazione collettiva. Se infatti, al momento attuale, l'unica via per bloccare la malattia è la prevenzione, è necessario trovare strategie di comunicazione altamente efficaci, in grado di coniugare informatività, comprensibilità e capacità di colpire l'attenzione dei riceventi. Si capisce subito che non è facile centrare contemporaneamente tutti e tre gli obiettivi, soprattutto se si pensa che, trattandosi di una malattia recente, le nozioni relative al contagio, al progredire della malattia, al suo diffondersi non godono di una base di conoscenze tradizionali (tutto l'universo di conoscenze sull'AIDS è sorto, con l'espandersi della malattia, nell'ultimo decennio) e che l'oggetto del discorso può essere tabù, dal momento che si incentra, oltre che sulla droga, sulla sfera sessuale e su tipi di rapporti non da tutti giudicati ortodossi.

Un prodotto interessante nell'ambito delle campagne di informazione sull'AIDS è l'opuscolo per i giovani preparato dalla Commissione nazionale per la lotta contro l'AIDS del Ministero della Sanità italiano. E' il famoso opuscolo di Lupo Alberto (per gli adulti che non lo conoscono, si tratta di un personaggio dei fumetti che presta la sua immagine e le sue convenzioni comunicative alla parte grafica del libretto); famoso perché il Ministero della Pubblica Istruzione non ne ha favorito la diffusione nelle scuole (non ho mai capito se per motivi di contenuto, si parla troppo di preservativi e non si fa finta di ignorare che i giovani hanno rapporti sessuali, o per motivi di stile, "è volgare" ha detto il Ministro della Pubblica Istruzione).

Già, ma è davvero volgare dal punto di vista linguistico l'opuscolo? Al di là dei giudizi personali, ci sono due elementi fattuali che ci permettono di dare una risposta negativa: da una parte l'evidente, costante attenzione dell'estensore del testo (Vincenzo Perrone) ad evitare di turbare i tabù lessicali di qualche potenziale lettore (ad un certo punto, quando vengono date informazioni sull'uso del preservativo, si trova una dichiarazione esplicita della preoccupazione che sta alla base del testo: «Sembra complicato... ma è più complicato per me dirlo senza offendere il pudore di nessuno, che per voi farlo»); dall'altra parte il ricorso, per designare gli organi sessuali o i rapporti sessuali, alle asettiche denominazioni scientifiche e non alle più usuali denominazioni colloquiali, che potrebbero legittimamente mettere a disagio qualcuno dei destinatari (tralascio l'esemplificazione per non turbare a mia volta gli eventuali tabù linguistici dei miei lettori).

A fronte di questa cauta scelta in negativo, sta una fondamentale scelta in positivo: l'opuscolo adotta la lingua dei riceventi, invece di imporre loro la lingua degli emittenti. Qui sì posso fare qualche esempio, a cominciare dal titolo del libretto "Come ti frego il virus!", per procedere con frasi come "Si evitano quei posti e si slurpa (con amore) da qualche altra parte", oppure "Nasconderlo dietro il termosifone a gennaio, per esempio, non è una scelta particolarmente furba: il lattice teme il calore e vi ritrovereste con una specie di purea di profilattico (bleah!)" (slurpare, furbo, bleah si rifanno a usi linguistici dei giovani). Oppure leggiamo questa stravagante definizione di eterosessuale che si serve delle convenzioni comunicative di Lupo Alberto ben note ai giovani: "sono eterosessuali i Lupi che preferiscono le Pollastre e le Pollastre che preferiscono i Lupi".

Il tentativo è dunque quello di far passare contenuti di importanza vitale (e scientificamente precisi) attraverso un codice linguistico che favorisca la lettura fino in fondo del testo e la sua comprensione. E mi pare un tentativo pienamente riuscito.

Fa piacere una volta tanto in questa rubrica poter elogiare un testo prodotto per impulso di una istituzione del governo italiano. Secondo me si dovrebbe favorire la diffusione dell'opuscolo di Lupo Alberto nelle scuole; e non solo come testo ricco di informazioni fondamentali per la salute dei giovani, ma anche come testo di lettura per mostrare che può esistere, per scopi particolari, un modo di scrivere contemporaneamente chiaro e accattivante. Con buona pace del Ministro della Pubblica Istruzione.

Michele A. Cortelazzo

«Corriere del Ticino», sabato 13 marzo 1993, p. 31