Cronache linguistiche
Tasse, istruzioni e lingua


Maggio, nonostante l'attraente atmosfera primaverile, non è un bel mese per gli Italiani: è il mese, infatti, in cui bisogna denunciare allo Stato i redditi incassati nell'anno precedente e pagare le tasse che non sono state ancora pagate. Ma fin qui, si sa, è un dovere; poco piacevole, ma un dovere. C'è però qualcosa in più: lo Stato italiano impone ai cittadini che devono compilare la dichiarazione dei redditi (nota anche come modello 740), e non possono o vogliono permettersi il ricorso a un consulente privato, un’attività ancor meno amena: la lettura delle istruzioni per la corretta compilazione della dichiarazione. Ebbene, imporre a dei cittadini di uno stato che pensa di essere civile la lettura di istruzioni di così scarsa leggibilità è qualcosa che si avvicina molto a una operazione di tortura collettiva di cui dovrebbero interessarsi gli organismi internazionali preposti alla salvaguardia dei diritti umani.

Il giudizio che ho dato è, chiaramente, un'iperbole, un giudizio un tantino esagerato; però se qualcuno pensasse che le istruzioni allegate al modello 740 possano facilitare la compilazione della dichiarazione, si provi a leggere il seguente brano, scelto a caso tra i tanti (e si riferisce a un contenuto non particolarmente complesso): «I possessori di redditi di lavoro dipendente e assimilati, indicati agli articoli 46 e 47, comma 1, lettere a) e d) del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni - anche se abbiano conseguito nel periodo d'imposta emolumenti arretrati a tassazione separata - sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi (Mod. 740 ovvero Mod. 101-integrato), qualora abbiano ricevuto tali redditi da un unico sostituto d'imposta, non posseggano altri redditi e non abbiano da far valere oneri deducibili». Non occorre fare un commento puntuale della complessità del periodo, e d'altro canto non ne avremmo lo spazio: la citazione era necessaria, ma da sola è costituita di 88 parole (ed è un periodo unico, da punto a punto!).

Di fronte a testi di questo genere, per non cadere nella demagogia, bisogna chiedersi se sia possibile fare diversamente. Ci si deve chiedere, cioè, se l'innegabile complessità del dettato non dipenda di necessità dalla complessità del contenuto trasmesso dal testo. E' possibile dare una risposta al quesito su base per così dire sperimentale. La rivista di una associazione di consumatori ("Altro consumo") ha pubblicato una «Guida al 740/92», proprio con il fine di tradurre le istruzioni fornite dal ministero delle Finanze. Ecco come è stato riscritto il contenuto del brano riportato: «Può fare a meno di presentare la dichiarazione chi rientra nei seguenti casi: [...] Chi nel 1991 ha avuto un solo stipendio come dipendente, a prescindere dalla sua entità, lavorando in un solo posto e non ha avuto entrate provenienti da altre fonti, né ha posseduto case o terreni». Segue un'altra informazione (riportata, nel modulo ufficiale, in un altro capoverso); poi prosegue: «In questo caso però non ha la possibilità di sottrarre spese (per esempio mediche, o di mutui)».

Il contenuto è (con una piccola lacuna) lo stesso, mancano solo i riferimenti agli articoli della legge; la leggibilità è incomparabilmente più alta. Il fatto è che i funzionari del Ministero delle Finanze non hanno scritto delle istruzioni per la compilazione dei moduli, ma hanno più o meno ricopiato, ordinandole per capitoletti tematici, le leggi fiscali. Lo avranno fatto per inerzia, o per non prendersi responsabilità o chissà per che altro; ma certamente non hanno scritto delle istruzioni. Vi immaginate l'utilità di istruzioni per l'uso di un frullatore fatte ricopiando, sia pure in ordine diverso, la descrizione del funzionamento dell'apparecchio contenuta in un manuale tecnico?

L'esempio di "Altro consumo" dimostra che è possibile scrivere delle chiare ed efficaci istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi. Sarebbe ora che anche le istruzioni ministeriali venissero scritte così; e se i burocrati non sono attualmente capaci di farlo, dovrebbero, tanto per cominciare, essere costretti a frequentare un buon corso di scrittura.

Michele A. Cortelazzo

«Corriere del Ticino», sabato 23 maggio 1992, p. 35